Come scegliere l’insegnante di yoga?
Come scelgo l’insegnante di yoga? Una domanda che mi avete, nel tempo, richiesto in tante e tanti, e che anche io mi sono trovata ad affrontare più volte, in particolare nella prima fase della mia formazione.
Come faccio a sapere se l’insegnante che ho scelto è valido?
Quali sono i criteri che devono guidarmi nella scelta?
Quali sono le caratteristiche che deve avere un buon insegnante di yoga?
Intanto una premessa: da qualche anno è cresciuto moltissimo il numero delle persone che praticano e insegnano yoga, complici la pandemia, che ha costretto tante e tanti a fermarsi e a re-inventarsi, insieme ad una sempre maggiore sensibilità al proprio benessere, sia fisico che mentale.
E così l’offerta formativa, in particolar modo online, è aumentata esponenzialmente, rendendo difficile destreggiarsi tra tante opportunità.
Tutte sembrano valide, sulla carta, ma un corso da 100 ore vale come un percorso di anni?
La formazione
E allora qui ritorno a raccontarvi della particolarità del metodo Iyengar, che è quello che pratico e con cui mi sono formata e continuo a farlo ogni giorno.
Praticare Iyengar yoga significa armonizzare postura e muscolatura, stabilizzare le articolazioni, allineare la schiena, portare giovamento all’intero sistema circolatorio e ai nostri organi interni. Tutto questo agire sul corpo ha un importante risvolto sul nostro stato emotivo e sulla nostra mente, che si calma, si riequilibra, si rilassa, favorendo la nostra capacità di attenzione e coordinazione.
A differenza di altri stili e metodi yoga, per il metodo Iyengar tutti gli insegnanti qualificati hanno svolto un corso di formazione di durata triennale, per accedere al quale è necessario aver praticato per almeno tre anni.
Il conto è presto fatto: gli insegnanti Iyengar certificati hanno alle spalle almeno, ma è sempre di più, un’esperienza di sei anni, tra pratica e corso.
Questo lungo percorso non è valido per tutti i metodi yoga, e questo è il motivo per cui trovate persone che insegnano dopo qualche mese di corso: nessun intento polemico, nessun confronto, ma ci tengo a raccontarvi quanto lungo sia stato il percorso che mi ha permesso di arrivare sino a oggi, e quanto a lungo proseguirà.
Le attitudini e l’empatia
Lo yoga è prima di tutto un modo di essere, è un prendersi cura del proprio corpo e della propria anima. Quindi un partire da noi, dall’ascolto di noi stessi, per arrivare a “sentire” l’altro e prendercene cura.
Prendersi cura degli allievi: ecco cosa, insieme alla formazione giusta e costante, è fondamentale nella mia storia di insegnante, e praticante, di yoga.
Volontà, passione e dedizione, insieme alla quotidiana tensione all’ascolto e all’osservazione della storia di chi ha scelto di praticare con me, mi hanno portato ad avere la piena consapevolezza di quanto siano fondamentali empatia e umiltà quando insegno yoga.
Per poter seguire e correggere chi si affida a me, e riuscire ad adattare la pratica alle diverse esigenze, parlo con i miei allievi e li ascolto, perché solo così posso fare sì che i benefici dello yoga siano reali.
E per fare questo c’è bisogno di empatia, che non è di tutti e per tutti, ma si può fare in modo di allenarla e farla crescere. Si può essere gli insegnanti più formati e certificati ma poi fallire con gli allievi, perché non si sa accogliere e guadagnarsi la loro fiducia.
Naturalmente è importante conoscere le posizioni, perché non è possibile insegnare ciò che non si comprende profondamente, ma sapersi riconoscere e riconoscere l’altro, le sue attitudini e problematiche, aiuta nel trasferire ciò che la pratica può darci.
Saper osservare attentamente gli allievi senza che se ne accorgano, dialogare con loro, ascoltarli, tutto questo fa sì che riescano a essere a proprio agio, a rilassarsi e, grazie a questo, ad aprirsi completamente, rendendomi più semplice la loro conoscenza, fisica e mentale, fondamentale per la corretta impostazione delle lezioni.
Lo yoga va oltre la ginnastica fisica, le posizioni perfette e i corpi muscolari e reattivi sempre e comunque. Ha bisogno di sensi allenati, attenti e sensibili.
Quello che da anni, ogni giorno, provo a fare, e che mi restituisce tante conferme e la gratitudine delle persone che si affidano alla mia pratica e a me.
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